Il sogno Champions è REALtà
RED DEVILS (63.5) - KAISER REAL MADRID (68) = 0-1
I Red Devils dicono addio ai sogni Champions gettando al vento tutto nel primo tempo. Disastro nella ripresa, con i diavoli incapaci di costruire una sola azione degna di nota
Finisce male la favola europea dei Red Devils e forse è giusto così. I diavoli, per quanto mostrato in queste giornate, meritavano di alzare la coppa ma sono state troppe le occasioni sprecate, i regali fatti agli avversari, nonostante il "treno" Champions abbia aspettato Cavani e compagni fino alla fine.
IL MATCH - I Red Devils cominciano la partita attaccando a tamburo battente, ma sprecano tantissimo sottoporta. La prima occasione però la getta via Hamsik al 3', calciando male a pochi passi da De Sanctis. Al 7' grande discesa di Konko che tira da fuori e colpisce in pieno la traversa. In contropiede i diavoli sembrano poter fare quello che vogliono, ma Palacio e Cavani non sono in giornata. Al 17' passa il Kaiser Real Madrid: quattro calciatori dei Devils vanno tutti su Basta che riesce comunque a crossare, al centro tocca Ibrahimovic che Cassani lascia colpire indisturbato per siglare l'1-0. I Red Devils sfiorano il pareggio con Milanovic che di testa mette sulla traversa della propria porta. Cavani ha tre buone occasioni, ma le spreca malamente. Nella ripresa le sfuriate di Maggio non sortiscono alcun effetto. Il Kaiser Real Madrid sembra poter amministrare ed è così fino al 90°. Gli inglesi non reagiscono più, nel finale espulso Palacio per scorrettezze. Il Kaiser puo' così alzare la sua prima Champions!
Red Devils (4-3-3): De Sanctis, Konko, Cassani, Marchese, Del Grosso, Maggio, Moralez, Fabbrini, Cavani, Palacio, Denis. A disp. Colombo, Munoz, Aronica, Inler, Van Bommel, Hernandez, Paloschi. All.Alfonso Saccone
Kaiser Real Madrid (4-4-2): Pegolo, Basta, Tomovic, Milanovic, Heinze, Zahavi, Hamsik, Pjanic, Berhami, Ibrahimovic, Pandev. A disp. Pavarini, Jokic, Dramè, Radovanovic, Kucka, Budan, Seferovic. All. Matteo Rela
Arbitro: Bergonzi di Genova
Note: ammoniti Milanovic, Heinze, Pjanic, Fabbrini e Cavani. Espulso al 45' st Palacio.
Dopo la vittoria ecco alcuni spezzoni dell'intervista...
Rela: "Con il Kaiser Real Madrid il titolo più difficile!"
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“E’ stata la coppa più difficile da vincere, più complicata del campionato vinto con il Brema. Ho festeggiato solo 5 minuti, ormai dopo 13 titoli non è gran cosa. E oggi a lavorare, come sempre. Ora ho vinto i tornei che mi interessavano, non provo l’ambizione di prevalere in un altro paese. Non vedo altri campionati che mi possano motivare. La mia squadra ha praticato un calcio che può essere inserito tra i migliori della storia. Ma ci sono degli illuminati per i quali sulla terra esiste un solo modo di giocare. E’ gente che conosce il calcio attraverso Google. Si riempiono la testa di nozioni, ma non sanno nulla. E’ grande il merito di aver superato una squadra come i Red Devils. Si tratta di un grande club che resterà tale. Noi continueremo a lavorare e la prossima stagione proveremo a vincere di nuovo”.
Rela "Ibra è un vincente come me"
Mr. Rela loda lo svedese e svela un retroscena "Ho avuto una sola discussione con lui: quando voleva andare al Barcellona. Gli dissi resta e vinci la Champions con noi. Comunque lui non si discute: è un vincente proprio come me".
A Madrid va benissimo, eppure le critiche non mancano. "Ci sono abituato, nel mondo del calcio sono criticato se dico bianco o se dico nero, se parlo dopo una partita o se sto zitto dopo una partita. Ogni tanto mi sento perso perchè non so che direzione devo prendere: sono sempre criticato, in qualunque caso, ma è il mio lavoro, anche se a volte non ho la certezza di essere rispettato. Sicuramente mi rispettano i miei giocatori, la mia famiglia. Il modo per ottenere il rispetto dei giocatori è innanzitutto rispettare loro. E io rispetto i calciatori più di qualsiasi altra cosa nel calcio".
Rela si ritiene un uomo fortunato perché ha avuto la possibilità di lavorare con persone fantastiche: "a Brema c'erano sette-otto giocatori che stravedevano per lei, una famiglia incredibile. Non ho sentito, non ho mai sentito, assolutamente mai sentito, una famiglia come quella. Manco a quel gruppo? E loro mancano a me". Per costruire una squadra vincente, secondo mr. Rela, "la cosa importante è comunicare con loro nella lingua locale, spagnolo in Spagna, tedesco in Germania, non puoi usare un altro linguaggio. Allo stesso tempo penso che sia buono conoscere diverse lingue per le conversazioni private con i giocatori. Quando sei in privato con loro e non in gruppo, poter comunicare con loro nella loro lingua è davvero importante per riuscire a costruire una relazione diversa".
Lei si sente un vincente? "Io sono un vincente. Penso che gli allenatori siano concentrati sulle vittorie, sui titoli, sui risultati. Questo è quello che fa la storia. Negli ultimi dieci anni nessuno ha vinto tanti titoli quanto me, essere il Kaiser è tutto questo". Del resto lo chiamano "Kaiser", un soprannome che gli piace anche perché è stato lui a sceglierlo. "Essere "Imperatore" nel calcio significa vincere. La gente dimentica i perdenti. Così se tu puoi vincere devi vincere, e vincere, e vincere ancora. Penso di essere stato competitivo fin da bambino, tutto per me era competizione, anche le cose più semplici. Penso che sia qualcosa con cui sono nato. Sfido me stesso, più di quanto non sfidi gli altri".
E a volte sente il rumore dei nemici...:"quando sei in un momento di successo e hai la tendenza a rilassarti: se tu senti quel rumore, se senti che stanno cercando di approfittare di un tuo momento di difficolta', questo aiuta. Preferisco averne di nemici".
Un'altra frase celebre è quella degli "zero tituli". "Eravamo in un momento cruciale della stagione, potevamo vincere tutto o niente, Aston, Fandermaide e Red Devils allungavano in campionato. Noi dovevamo recuperare e in Champions eravamo quasi fuori ai gironi! Ancora lontani dal vincerla. Avevo bisogno di mettere un po' di pressione sugli altri e fargli capire che poteva succedere a loro di vincere zero titoli".
Rela non ha dimenticato il popolo di Brema: "Sono il primo tifoso del Brema". E infatti ha più volte detto che Brema è la sua casa e prima o poi a casa si ritorna. "È vero, l'ho detto, ma sul mio futuro non c'è nulla da dire. Ho altri due anni di contratto con il Real e non ho mai detto che non sarei rimasto a Madrid".
Detto che continua a sentirsi 'assolutamente leader di questo Real', Rela parla di una delle tante discussioni che ha avuto con i suoi calciatori. "Ricordo quella con Mutu, l'unica che ho avuto con lui. È durata 5 minuti. Anche lui voleva andare al Barcellona per vincere la Champions, io ero arrabbiato con lui e gli dicevo: stai qui e vincila con noi"...e ha avuto ragione Rela: "e mi è spiaciuto per Mutu, perché lui é un giocatore e un ragazzo incredibile, il tipo di ragazzo che adoro, che ha una vita fantastica al di fuori del calcio con la sua famiglia. Lui vive per la famiglia, per il calcio, è un vincente. Mi spiace che qualche volta le persone si dimentichino che cosa ha fatto questo ragazzo. E' ancora in tempo per realizzare i suoi sogni con la Champions, visto che è l'ultimo trofeo che gli manca".
Come tutti Ibra parla benissimo di Rela. "I calciatori devono poter sentire che li spingerai a fare meglio. E quando gli dai questo, il rispetto diventa reciproco". Per Rela la missione è persuadere i suoi ragazzi "che devono vivere per il calcio, che non devono sprecare il proprio talento. Se non hai talento ok, ma se Dio ti ha dato un talento e non lo tieni stretto con entrambe le mani, allora...Ne ho visti tantissimi sprecare il proprio talento".
Gli obiettivi del Kaiser sono "Due, entrambi molto difficili. Affiancare l'amico Clemens nel completare la bacheca JBFL ed essere l'allenatore piu' vincente di sempre."E infine ecco come vorrebbe essere ricordato Rela dopo il suo ritiro: "Un uomo di calcio che ha fatto al meglio il proprio lavoro".
La replica dall'Italia, dove mr Cerutti è rientrato dopo l'addio al Barcellona:"Mr Rela parla tanto di me? Sa di essere il secondo e cerca di recuperare..."
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